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ESCLUSIVA. Prof. Tarro a Minformo Tv: “Attenzione ai decessi per Covid. Vi spiego perchè…”

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Il professore Giulio Tarro, medico e virologo, è stato ospite di Hashtag, il format culturale di Monica Cartia, condotto ieri sera da Giuseppe Libertino.

Il professore, a braccio, ha fatto un punto sulla situazione covid in Italia, sui vaccini, gli errori e le mosse giuste fatte in questo ultimo balordo anno che stiamo vivendo.

Sembrava tutto finito dopo il plateau di mesi fa, soprattutto quando i cinesi brindavano all’ultimo paziente curato e dimesso, loro sono stati perfetti nell’attuare un lockdown molto ristretto e la sanificazione totale di tutti gli ambienti della città di Wuhan.

A maggio, fuori dal lock, hanno screenato 10 milioni di cittadini ed i risultati sono stati eccellenti. I casi erano pochissimi, queste prese di posizione sono state decisive. In Italia, a pochi giorni dalla Pasqua, invece siamo quasi nella stessa situazione dell’anno scorso.

Capitolo decessi. Sono tanti, ma ogni giorno abbiamo in Italia 600 morti per problemi cardio-respiratori, 500 per malattie tumorali, il restante per covid. C’è stato uno studio su 909 cartelle cliniche lombarde ed è venuto fuori che 18 casi erano riconducibili al virus. Un dato emblematico.

Capitolo cure. In Lombardia avevano cominciato a curare i malati con la siero terapia, i risultati erano eccellenti, poi è cambiato tutto. Dovevamo proseguire con le banche del plasma, la Regione Lazio bloccò tutto.

Capitolo mascherine. Dovevano indossarle soprattutto i contagiati ed il personale sanitario poi è scoppiato il business della produzione ed a quel punto è saltato il banco: tutti con le mascherine. Ricordo benissimo di aver detto e scritto che l’estate avrebbe portato tutto via: ma in Cina. In Italia invece, da agosto in poi, massime libertà, controlli e frontiere saltate, ognuno ha fatto quel che voleva e il virus è tornato a circolare prepotentemente.

Avrei fatto meno tamponi post estate 2020 fossi stato a capo della task force, non li avrei aumentati all’ennesima potenza. Il tampone non va usato per la diagnostica ma per la ricerca. A quel punto i casi sono aumentati a dismisura.

Capitolo vaccini. Il personale sanitario deve vaccinarsi. Se io decido di fare il medico ho alcune regolare da rispettare. Chiaramente, non esageriamo con il discorso licenziamenti, cambierà magari attività in quel caso nella sua struttura ospedaliera. Alcuni vaccinati si sono contagiati, vero: io credo che la realizzazione del vaccino sia stata troppo rapida. Purtroppo può accadere, causa varianti del virus. La percentuale in ogni caso è minima.

In prospettiva, guardando anche Israele, il Regno Unito e l’America, con un numero importante di vaccinati potremmo stare più tranquilli in Italia e liberarci dal virus. Post estate e fine anno staremo molto meglio“.

Per poter guardare tutta la puntata, scaricare la App Minformo Tv sui vostri device, sulle Smart Tv o potrete trovarla sulla pagina Fb del “Gruppo Minformo”.

di Giuseppe Libertino

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Napoli, cagnolina scuoiata viva da due uomini e abbandonata in uno scasso: è stata adottata

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una cagnolina ritrovata alcuni giorni fa in uno scasso a Poggioreale, mentre versava in gravi condizioni a seguito di un’aggressione subita.

Infatti due uomini l’hanno scuoiata viva e abbandonata al suo destino. Per fortuna Stella Gervasio, presidente dell’associazione ‘Animal Day’ l’ha adottata, dopo che la cagnolina è stata sottoposta ad una serie di interventi chirurgici.

A tal proposito ecco il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Ora bisogna trovare i criminali che l’hanno seviziata. Secondo le testimonianze si tratta di due adulti che parlano un dialetto campano e hanno inferto queste atrocità sulla cagnetta con estrema perizia e accuratezza. Vanno trovati ed assicurati alla giustizia”.

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Stati Generali della Natalità, Papa Francesco: “Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro”

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In occasione degli Stati Generali della Natalità, Papa Francesco è tornato su questo delicato tema che sta tenendo banco nelle ultime settimane. Ecco le sue dichiarazioni:

“Il calo della natalità deve essere affrontato con lungimiranza. A livello istituzionale urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Per questo bisogna porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

Poi, prosegue: “Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro. In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Purtroppo, se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa: il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un continente vecchio, stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita. Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”.

Poi, il Pontefice ha ricordato che “in passato non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società. Quindi il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato. E allora le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi”.

Infine, ha concluso dicendo: “C’è un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito, è brutto. Nelle case non mancano i cagnolini e i gatti, questi non mancano, mancano i figli. Il futuro non si costruisce solo facendo figli, manca un’altra parte importante, i nonni. Oggi c’è una cultura di nascondere i nonni, mandarli nella casa di riposo. E’ cambiato un po’ per la pensione…ma la tendenza è quella: scartare i nonni. Per favore non dimenticare i nonni, i nonni soli, i nonni scartati, questo è un suicidio culturale, abbiamo cura dei figli ma anche cura dei nonni, è molto importante”.

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Stati Generali della Natalità, la ministra Roccella contestata da alcuni studenti. Meloni: “Sono molto dispiaciuta, solidarietà al ministro”

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La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella è stata duramente contestata agli Stati Generali della Natalità, poiché una volta presa parola la platea ha iniziato ad esporre cartelli che formavano la scritta “Decido io”, con chiaro riferimento alle recenti dichiarazioni della ministra sull’aborto.

In particolare a contestare la Roccella è stato un gruppo di studenti, con la ministra che ha così risposto ai fischi e alle proteste provenienti dalla platea:

“Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”.

Tuttavia la contestazione è proseguita e sulla questione è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, che ha così commentato mentre lasciava il Senato:

“Mi è dispiaciuto, solidarietà al ministro. Lo spettacolo andato in scena questa mattina è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile è un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta”.

Poi è stata la stessa Roccella a tornare sull’argomento con un post su Facebook:

“Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”.

Poi, prosegue: “Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta”.

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